I Satanici riti di Dracula

Un agente governativo (Maurice O'Connell), infiltratosi in un'importante organizzazione, scopre che personalità di fama partecipano a un rito satanico. Ferito mortalmente, l'agente ha il tempo di riferire ai superiori. L'ispettore Murray (Michael Coles), incaricato del caso, ha qualche esperienza in materia, ma preferisce appoggiarsi a un vero specialista, Lorrimer Van Helsing (Peter Cushing). Si scopre che una delle personalità coinvolte è il premio Nobel Julian Keeley (Freddie Jones), che ha appena scoperto una nuova e micidiale forma di peste bubbonica. Dietro a tutto c'è un'organizzazione potentissima capitanata da Dracula in persona (Christopher Lee) che vuole distruggere l'umanità. Per il suo secondo e ultimo (dopo #Vedi#1972: Dracula colpisce ancora) film di Dracula ambientato nella contemporaneità, la Hammer decide di inserire Dracula in un contesto capitalistico facendone, un po' come aveva fatto più simbolicamente Farina in #Vedi#... hanno cambiato faccia, una specie di industriale che usa le armi del capitalismo per mettere in atto un terribile piano, così assurdo e globale da sembrare suggerito da Fu Manchu. Solo che l'idea è realizzata senza un adeguato intervento sul personaggio di Dracula che entra in scena a film ampiamente inoltrato, estraneo alla vicenda e poco credibile nel contesto. Il film è comunque gradevole per la collaudata interpretazione della coppia Cushing-Lee e per il clima livido e autunnale della prima parte, più riuscita, ma questa rivisitazione bondiana del mito del vampiro manca di mordente. È anche l'ultimo Dracula della serie prodotta dalla Hammer, anche se il personaggio ricomparirà come guest star, non interpretato da Lee, ne #Vedi#La leggenda dei sette vampiri d'oro