Nella regione di Omi, presso il lago Biwa, verso la fine del sec. XVI nel Giappone devastato dalla guerra civile, Genjuro, vasaio di campagna, e il fratello Tobei, che sogna di diventare samurai, abbandonano le mogli in cerca di fortuna. Le loro ambizioni di guadagno e di gloria provocano lutti e rovine nelle loro famiglie. Liberamente tratto da due racconti fantastici di Akinaru Ueda L'albergo di Asaji e La lubricità del serpente nella raccolta Ugetsu Monogatari (1776) sceneggiati da Matsutarô Kawaguchi e Yoshikata Yodo. Fotografia di Kazuo Miyagawa. Tra gli 86 film di Mizoguchi 47 muti, quasi tutti perduti è unico sia per il peso che vi ha la dimensione fantastica nella storia di Genjuro sia per la rapida concisione con cui espone i destini mescolati o paralleli di quattro personaggi. Anche in quest'altra dolente elegia sulla condizione femminile il suo è un cinema di immaginazione simpatetica, non di identificazione. 1 dei 4 Leoni d'argento a Venezia 1953, quando non fu assegnato il Leone d'oro.