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L'arrivo di Saint-Clair, attore egocentrico e narcisista, gran seduttore, nell'abbazia di Saint-Jean-la Rivière casa di riposo privata per vecchi commedianti senza risorse fa da catalizzatore a una vicenda ricca di accadimenti. Da un copione fin troppo frondoso anche se ben strutturato di Charles Spaak, appesantito da due temi secondari (la minacciata chiusura, il campo degli scout), Duvivier trae un film cupo, amaro, disperato sulla vecchiaia che è anche un malinconico omaggio al mestiere dell'attore, un po' troppo verboso, ma con ottimi momenti di cinema. Memorabile galleria di personaggi tra cui spiccano Jouvet e soprattutto Simon in una figura insolitamente patetica, di grande tenerezza.