Da un teledramma di J.P. Miller (diretto da John Frankenheimer): dopo le nozze, Joe Clay si rimette a bere e induce la moglie Kirsten a imitarlo; diventano entrambi alcolizzati cronici. Lui smette, lei non ce la fa. Riuscito intermezzo drammatico di Edwards, principe della commedia. Con Giorni perduti (1945) di Wilder, è uno dei più rigorosi e sconvolgenti drammi sul tema dell'alcolismo. Più che terminare, il film si ferma, rifiutando la lieta fine, l'amore come risoluzione. Squarci improvvisi di tenerezza soffocante e di lirismo lacerato in un tessuto di cupa intensità. Uno dei film più personali e più belli del regista. Il merito è anche dei due interpreti e della fotografia di Philip Lathrop. Paradossalmente ebbe soltanto un Oscar per la canzone di Mancini-Mercer.