I Diavoli

Francia, 1631. Per ridurre alla sottomissione le città di provincia, il cardinale Richelieu (Christopher Logue) ordina che vengano abbattute le mura di alcuni centri. Nella cittadina di Loudun, però, il parroco Urban Grandier (Oliver Reed), assai chiacchierato per la sua condotta, si oppone al progetto. La fama di Grandier spinge la deforme e turbata suor Jeanne (Vanessa Redgrave) a offrirgli il ruolo di padre spirituale del suo convento di clausura, ma Grandier non ci pensa nemmeno. Suor Jeanne è conseguentemente preda di un'isteria che diventa collettiva. Del fenomeno viene incolpato Grandier, che le autorità non vedevano l'ora di sottoporre a processo, con l'accusa, assieme alle suore ormai in preda a un delirio orgiastico, di possessione diabolica. Dramma storico alla Ken Russell, in parte ispirato a I diavoli di Loudun di Aldous Huxley, non avrebbe connotazioni orrorifiche se non per l'orrore delle situazioni storiche che richiama e rappresenta. Delirante e realistico al tempo stesso, è stato un film fondamentale – di rottura – per il suo carattere ferocemente iconoclasta senza reticenze, ed è tuttora un film indispensabile e da vedere. Meno rigoroso de #Vedi#Il grande inquisitore di Michael Reeves, è però figurativamente più ricco, con tocchi surreali e orgiastici che manifestano in pieno lo spirito libertario e anti-istituzionale di Russell. Trionfo personale di Oliver Reed che, dopo anni di gavetta anche alla Hammer (è l'uomo lupo de #Vedi#L'implacabile condanna), trova il ruolo che gli cambia la carriera e lo proietta nell'empireo delle star. Grande successo di pubblico, sicuramente dovuto allo scandalo suscitato alla sua uscita, ma altrettanto sicuramente meritato per il suo valore