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Dopo il 25 aprile 1945 un gerarca fascista (Lulli), ricercato per crimini di guerra, cerca col figlio (Olivieri) di espatriare in Francia, verso Grenoble, attraverso il confine alpino, unendosi a tre operai che vogliono emigrare clandestinamente. Su un robusto e affastellato copione nel quale s'intrecciano con efficacia due temi di attualità nel primo dopoguerra (il fascismo, l'emigrazione clandestina) e al quale contribuirono, tra gli altri, Ennio Flaiano, Emilio Cecchi e Cesare Pavese, è uno dei migliori film di Soldati (che vi compare) e uno degli otto in cui si riconosce. Riuscì a contemperare la spinta etica del neorealismo con le influenze formali dell'espressionismo americano (Welles?).