Frankenstein oltre le frontiere del tempo

Uno scienziato di un'epoca futura leggermente posteriore alla nostra, Joe Buchanan (John Hurt), sta creando un'arma terribile, ma viene colpito da uno dei suoi effetti collaterali e dislocato nel tempo e nello spazio, finendo nel 1817, in un universo nel quale il dottor Frankenstein (Raul Julia) esiste davvero e nel quale esiste anche Mary Shelley (Bridget Fonda), la sua “creatrice”. Osservando dal vero gli esperimenti di Frankenstein, Buchanan li giudica riprovevoli: ciò lo induce a riflettere sul suo ruolo di scienziato e di creatore di strumenti mortalmente distruttivi. Atteso ritorno alla regia di Roger Corman, dopo molti anni dedicati alla produzione, è rimasto un caso isolato. Sul film puntavano interesse e curiosità i molti che attendevano al varco l'antico maestro della velocità registica, teorizzatore ironico della regia “inconscia” (dettata da scelte così veloci da essere quasi istintive). Il risultato è una curiosa e arguta commistione di horror e fantascienza, ispirata da un romanzo di Brian Aldiss (scrittore di fantascienza tra i più originali e innovativi). Lo sviluppo manca però di quella vivacità che il Corman degli anni migliori avrebbe saputo offrire. John Hurt è un protagonista contenuto e sottotono, in linea con lo spirito del film, pensoso e riflessivo. Discreti gli effetti speciali e buone le ambientazioni. Un film positivo, ma era lecito aspettarsi la graffiata del campione, che invece non c'è