Il Conte Dracula riesce a raggiungere Londra e prende dimora accanto alla proprietà del Dottor Seward, direttore del manicomio. Il vampiro attrae Lucy, pupilla del dottore per poi spostare le sue attenzioni su Mina, la pudibonda figlia del medico. Mina si trasforma in una scatenata danzatrice e nulla possono fare le strategie messe in atto dal Dottor Van Helsing. Poteva Mel Brooks dimenticarsi di Dracula dopo essersi occupato di Frankenstein? Sicuramente no anche perché il vampiro più importante della letteratura ci sarebbe rimasto male. Ecco allora che Brooks rivista il mito alla sua maniera e si fa affiancare dal sorriso accattivante (con canini incorporati) di Leslie Nielsen che abbandona le pallottole spuntate per seguirlo in un tourbillon di citazioni che non si ispirano solo al romanzo ma, come è ovvio, a tutto il cinema che ha visto Dracula come protagonista. Alcune gag sono riuscite (una per tutte: i medici all'autopsia) altre fanno più fatica a far ridere. In ruoli cammeo Mel inserisce la moglie Anne Bancroft (la zingara che vende crocefissi) e l'amico Ezio Geggio che interpreta il postiglione della carrozza che porta al castello del Conte come meglio non si potrebbe. Una promessa accompagnava il lancio del film: 20 risate giganti, 30 splendide e almeno una cinquantina passabili. Contate le vostre.