Cenerentola

Cenerentola

19,90€
Non disponibile

Etichetta: Walt Disney
Codice articolo: ddi0012
Categoria: DVD » Film Disney
Caratteristiche
Anno: 1950
Regista/Autore: C. Geronimi
Tipologia: Nuovo
Trama

Dopo la morte del nobile padre, la bella Cenerentola vive come una serva nella dimora di famiglia, succube della matrigna, la perfida Lady Tremaine, e delle bruttissime sorellastre Anastasia e Genoveffa. Pur consolata dall'affetto delle creaturine che popolano la casa, tra cui i topolini Giac e GasGas e il fido cane Tobia, la ragazza ha un sogno, di quelli veramente chimerici: sposare un principe e vivere felice e contenta per tutta la vita. Quando un giorno si diffonde la notizia che il Re ha indetto un grande ballo, perché il figlio trovi tra le giovani del regno la sua sposa, Cenerentola sente che quella è l'occasione che aspettava. Col magico intervento della fata Smemorina, la ragazza si presenta totalmente trasformata e a bordo d'una singolare carrozza. Tra l'ammirazione dei cavalieri e l'invidia delle dame, incluse le ignare sorellastre, fa subito breccia nel cuore del Principe. E il Principe nel suo. L'incantesimo però è di breve durata: a mezzanotte, infatti, la fanciulla è costretta a scappare, perdendo una scarpetta. Ma, conquistato dal suo fascino, il Principe è deciso a ritrovare la misteriosa sconosciuta. In una fresca e vivace versione animata, Cenerentola è un personaggio che maschera meravigliosamente la sua età. Il riferimento non è semplicemente a questo lungometraggio del 1950 firmato Walt Disney, ma ad una tradizione antichissima che affonda le sue origini nella fiaba cinese di Ye Xian e nel mito dell'etera Rodopi. Si potrebbe dire, con un paragone filologico, che Cinderella sta alla tradizione come la recensione pisistratea ai poemi omerici. In parole povere, come l'Iliade e l'Odissea, la fiaba della Disney è l'elegante sintesi di un insieme di motivi e culture diverse, di una storia più volte riedita secondo le ideologie e le sensibilità più disparate. Ma, essendo destinata specialmente al giovanissimo pubblico dei cartoni, gli autori l'hanno resa aderente alla sobria versione di Perrault, più puritana e priva degli eccessi narrati altrove, come le mutilazioni inferte alle infide sorellastre nel racconto dei “macellai” Grimm, o l'omicidio compiuto dalla fragile Zezolla, l'eroina di Basile. Tuttavia, anche la componente grottesca è assimilata e rielaborata dal film, come suggerisce il fosco tratteggio di alcuni personaggi noir, primo fra tutti la tenebrosa Lady Tremaine, incarnazione antropomorfa del Male, che trova la sua caratterizzazione più inquietante in Lucifero (nomen omen), il gatto che opera ai danni della protagonista non per le ragioni della sua padrona, ma obbedendo all'istinto della sua natura animale. Se la costruzione dei “cattivi” costituisce un notevole punto di forza che carica la storia di una drammaticità insolita per un cartone, la debolezza dei personaggi principali si fa sentire in modo allarmante a partire dall'eroina, che esaspera il ruolo tipicamente gotico dell'innocente perseguitata, con tutto l'apparato di sdolcinatezze proprie del genere, per arrivare al Principe, un fantoccio inetto e incolore il cui anonimato la dice lunga sulla sua utilità esclusivamente simbolica nell'economia della narrazione. Decisamente riuscita invece la galleria di personaggi minori, delineati con garbo e deliziosa ironia, tra cui spiccano il Re e l'impareggiabile granduca Monocolao. Un discorso a parte meritano gli animali che, pur integrandosi nella vicenda degli umani, costituiscono di fatto un universo parallelo. Oltre al già menzionato Lucifero, è bene ricordare almeno la sua nemesi, il cane Tobia, che riassume in sé lo stesso dramma di Cenerentola e il cui riscatto, risolutivo sul piano diegetico, anticipa quello della protagonista. Ma tratto indiscutibile di Cinderella è la sua straordinaria capacità di imprimersi nell'immaginario, di farsi espressione incondizionata dei sogni e dei desideri più comuni. E se il finale è consolatorio, lo è per indurre lo spettatore giovane (e meno giovane) a non smettere di sognare, comunicando un'idea di necessità che nel bene e nel male caratterizza tutte le umane vicende e richiamando, in questo senso, le parole conclusive della fiaba di Basile, secondo cui “pazzo è chi contrasta co le stelle”.

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