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Etichetta: Technofilm Codice articolo: vst0005 Categoria:
VHS » Film Storico
Caratteristiche
Anno: 1974 Regista/Autore: F.lli Taviani Tipologia: Ex Noleggio
Trama
1816. Nell'Europa della Restaurazione, il prigioniero politico Fulvio Imbriani - aristocratico, ex giacobino ed ex ufficiale napoleonico - viene scarcerato e fa ritorno alla proprietà di famiglia. I suoi vecchi compagni di lotta fanno di tutto per coinvolgerlo di nuovo in attività rivoluzionarie. Lui li segue benché riluttante, fino a farsi travolgere in una rovinosa spedizione al sud.
Autentico antieroe, totalmente disilluso, Fulvio Imbriani vede ormai negli ideali rivoluzionari soltanto delle velleità anacronistiche e fallimentari. La Restaurazione seguita al Congresso di Vienna (1814-1815) aveva cercato in tutti i modi di fingere che la Rivoluzione francese e Napoleone non fossero mai esistiti. A questa Restaurazione su scala europea corrisponde quella privata del protagonista: tutto il suo antico fervore rivoluzionario evapora nelle rassicuranti comodità della sua dimora patrizia, ha un forte desiderio di tranquillità, benessere e pace, ed è proprio su questi desideri che la Restaurazione farà leva per imporre e perpetuare il proprio potere. Ne viene fuori un personaggio fortemente contraddittorio che esprime la propria schizofrenia nei confronti degli ideali che avevano acceso la fine del Settecento, tradendoli e riabbracciandoli in modo delirante. Fulvio Imbriani non fa che ribadire il desiderio di un altrove, accomiatandosi più di una volta dai suoi compagni; ma gli addii non sono mai definitivi e riaprono ancora nuove possibilità. Egli è un uomo stanco, apatico e disincantato, ma è anche un seduttore col suo stuolo di amanti statuarie e voluttuose, pronte ad immolarsi per continuare la lotta al fianco dei rivoluzionari. Tra i fedeli agli ideali e i suicidi, Fulvio sceglie di essere un sognatore che non smette di inseguire l'America. Spesso colto in uno stato febbricitante e narcolettico di chi vuole essere altrove, rimuovere passato e presente senza prendere decisioni, egli si ostina a inseguire il miraggio di un qualcosa che non avviene, di un'utopia che non si realizza ma sconfina con la follia. Alla realtà troppo dura da accettare si sostituisce la sua chimera. Allonsanfan non è un film storico coi suoi squarci allucinatori; nell'ostinata esplosione bacchica del dirindindin dell'uva fogarina, del racconto del rospo all'indifeso Massimiliano, del carnevale visionario di seni e natiche giganti di cartapesta, nel fantasma di Lionello che rinviene dalle acque. I fratelli Taviani ripercorrono il passato per rintracciare le forme larvali germinate nel presente, per sondare i corsi e ricorsi della storia che restaura dopo aver scardinato un sistema: nell'Italia dei primi anni Settanta si era ormai consumato il fallimento di qualsiasi idea rivoluzionaria, e l'anelito di rivolta degli anni Sessanta si era stemperato in un ripiegamento "restauratorio" nel privato e nell'edonismo, oppure al contrario si era radicalizzato e fanatizzato nella lotta armata e nei crimini delle Brigate rosse (fanatismo adombrato, forse, nel personaggio di Allonsanfan, nel suo "idealismo" sinistro e delirante). "Nel momento di Allonsanfan sentivamo in noi e fuori di noi questa forza orrenda della restaurazione, di una restaurazione violenta che avveniva dopo gli anni Sessanta - non dico il '68, dico gli anni Sessanta perché è più complesso e più giusto - e sentivamo che l'opera di restaurazione fatta dal potere non era solo del potere ma agiva anche su qualcosa che era nel profondo di noi". Allonsanfan è proprio questo: un viaggio alla ricerca di "quanto c'è dentro di noi di restauratorio su cui può agire il potere" (Paolo Taviani).