Borneo, 1944. Un capitano (N. Havers) e un sergente di colore (F. McRae) britannici, paracadutati per organizzare la guerriglia contro i giapponesi, s'imbattono nel sergente americano Leadroyd (N. Nolte), disertore rimasto solo nel 1942 e diventato re della tribù Dayak. Affascinato da quel campione di un mondo libero e pacifico, il capitano gli diventa amico. Tratto dal romanzo L'Adieu au roi del francese Pierre Schoendoerffer, è un film di grande ricchezza tematica, debole costruzione narrativa, dissennata disposizione tattica. In bilico tra Kipling (L'uomo che volle farsi re) e Conrad (Cuore di tenebra da cui, su sceneggiatura di J. Milius, Coppola cavò Apocalypse Now), conferma il declino del regista dopo la stagione d'oro degli anni '70. J. Milius ha ancora un occhio aguzzo come regista, ma, come sceneggiatore, sembra incapace di organizzare il materiale a disposizione. Nella parte centrale non mancano le pagine forti.