Non è un film "da", ma "su" Riccardo III (1592-93) di W. Shakespeare. L'operazione di A. Pacino, al suo 1° film come regista/sceneggiatore, fonde l'inchiesta urbana, il film sul film, la trasposizione filmica di un testo teatrale. Già applaudito interprete del dramma sul palcoscenico, Pacino s'interroga sul senso e sui modi dell'operazione, raccogliendo risposte dai collaboratori, dalla gente per la strada, da interpreti e registi scespiriani (John Gielgud, Kenneth Branagh, James Earl Jones, Vanessa Redgrave, Peter Brook) e da critici (Derek Jacobi, Barbara Everett). In un montaggio alternato che talvolta confonde i piani, si avvicendano i passi salienti della tragedia, le interviste, le prove a tavolino con gli attori. Il vero protagonista di questo docudrama non è il re gobbo di Shakespeare, ma l'italoamericano Pacino con le ombre dei personaggi "cattivi" che ha interpretato sullo schermo. È anche un originale tentativo per misurare la modernità di Shakespeare, nostro contemporaneo. Pacino lo fa con intelligenza, energia, passione.