Una famiglia di sinistra di Bologna: Stefano, deputato del PCI imborghesito, onesto, gran lavoratore, e la moglie Luisa, comprensiva e permissiva. Qualcosa non va nei figli, però: la quindicenne Antonella è infelice e il piccolo Enrico che fa lo spione elettronico è affetto da una rumorosa forma di meteorismo. A far esplodere le contraddizioni è Poldo, giovane napoletano di cui Antonella è innamorata, disoccupato e maleducato, il cui credo è: bere, mangiare, divertirsi. E s'installa in casa di Stefano. Regolati i conti con la DC in Forza Italia! (1977), R. Faenza tira al bersaglio in casa del PCI senza risparmiare gli extraparlamentari. Con i suoi sceneggiatori (Antonio Padellaro, Carlo Rossella, Vincenzo Caretti) organizza la sua satira sul conflitto tra ordine e disordine, ragione e irrazionalità, ma senza scivolare nella facile caricatura. Nonostante tutto, ogni personaggio incarna dei valori, e lo spettatore è lasciato libero di simpatizzare per l'uno o per l'altro. Il disagio nasce dalla circostanza che il gioco della demolizione irridente induce a dar ragione ora all'uno e ora all'altro o a nessuno dei due, anche se il finale plana sulla crudeltà.