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Anno: 1963 Regista/Autore: M. Bava Tipologia: Nuovo
Trama
Film in tre episodi. Nel primo (Il telefono), Rosy (Michèle Mercier) torna a casa dopo una serata e viene minacciata da qualcuno al telefono. Impaurita, chiede aiuto a un'amica. Nel secondo (I wurdalak), Vladimir (Mark Damon) arriva in casa di una famiglia il cui patriarca, Gorca (Boris Karloff), sta per tornare dopo essere stato a caccia di un terribile vampiro, ma il tempo passa e il pericolo che egli stesso possa tornare come vampiro aumenta. Nel terzo (La gocciad'acqua), un'infermiera sfila un anello a un'anziana appena morta, ma tornata a casa si sente minacciata da una presenza ultraterrena. Capolavoro di Bava che riesce a cogliere elementi di grandissimo interesse visuale in ciascuno dei tre diversissimi racconti. Campione di economia narrativa e maestro del colore come pochi, arricchisce di suggestioni cupe e oscure le immagini con una sapienza pittorica che si adatta alle singole storie, dal thriller claustrofobico, alla storia gotica di vampiri alla spettrale vicenda di un redde rationem dopo la morte. Con un'ottima sceneggiatura alla quale collabora Alberto Bevilacqua, Bava riesce anche a esprimere momenti di geniale ironia metacinematografica svelando il trucco che c'è dietro l'immagine irreale e tempestosa, in una chiusa rimasta nella storia. Boris Karloff aggiunge un tocco di classe ulteriore interpretando con sobria minacciosità il ruolo del capofamiglia che torna là dove non dovrebbe. Grande atmosfera, grande senso del cinema. Da non perdere. Il racconto di Aleksej Tolstoj alla base dell'episodio con Karloff sarebbe stato lo spunto per #Vedi#La notte dei diavoli di Ferroni. Per l'edizione americana, l'AIP, come testimoniato dal super bavologo Tim Lucas in un lunghissimo articolo su Video Watchdog, alterò per motivi commerciali l'ordine degli episodi in questa successione: La goccia d'acqua, Il telefono, I Wurdalak