Un Lupo mannaro americano a Londra

Due studenti americani, David (David Naugthon) e Jack (Griffin Dunne), stanno facendo una vacanza itinerante in Inghilterra, lontano dalle rotte turistiche, e una sera rimangono vittime dell'attacco di un licantropo. Jack muore, mentre David viene morso e perciò condannato dalla maledizione licantropesca. Anche il lupo mannaro muore e si ritrasforma nel suo “io” umano, perciò gli abitanti del villaggio nei pressi del quale è avvenuta l'aggressione ne possono negare ipocritamente l'esistenza. Arrivato a Londra, David comincia ad avere incubi e a risvegliarsi nei luoghi più impensati, mentre Jack e le altre vittime gli appaiono chiedendogli che trovi un modo di liberarli dalla maledizione perché, a causa del modo in cui sono morti, si trovano intrappolati in una specie di limbo. Un'infermiera, Alex (Jenny Agutter), aiuta David nel suo improbo compito. Splendida rilettura, fatta con spirito sottilmente cinefilo e partecipe, del vecchio cinema dell'orrore e del mito del licantropo, che concorre a rinnovare nello spirito e nelle tematiche. Landis, grande amante dei vecchi film (il suo esordio, Slok, del '71, li parodizzava), ha voluto darne una versione modernizzata che, utilizzando tutte le nuove possibilità della tecnica, aggiunge a una trama di vecchio tipo l'intuizione dell'opportunità di ridere con lo spettatore, invece che farlo ridere impropriamente con l'ingenuità di certi passaggi. Questo mélange di humour e horror diventerà caratteristico di parte della produzione horror successiva, ma non raggiungerà più esiti altrettanto felici, a dimostrazione della difficoltà della ricetta. Brioso, vivace, divertente e anche ricco di puro orrore e di melodramma, con effetti speciali di altissima qualità che hanno fatto epoca. Assieme a #Vedi#L'ululato ha rilanciato alla grande il cinema dei lupi mannari. Forse il miglior film di Landis, ha ottenuto un buon successo di pubblico (30 milioni di dollari lordi negli Usa, con un budget di 10). Un sequel remake è #Vedi#Un lupo mannaro americano a Parigi