Terrore nello spazio

Due astronavi in viaggio nello spazio sono attirate su un pianeta desolato e sconosciuto da strani segnali. Appena atterrano, però, gli astronauti di una delle due navi sembrano impazzire e cominciano ad agire con violenza, richiedendo l'energico intervento del comandante, il capitano Mark Markary (Barry Sullivan), per impedire il peggio. Tornata la calma, si scopre che a bordo dell'altra astronave sono tutti massacrati, probabilmente tra di loro. Mentre esplorano il pianeta, gli astronauti hanno la netta sensazione di una presenza ostile che li sorveglia. Uno dei grandi trionfi di Mario Bava che con pochissimo riesce a imbastire un fantahorror di eccezionale densità e riuscita. Tratto da un racconto di Renato Pestriniero, autore tra i migliori dell'allora pionieristica fantascienza italiana, e sceneggiato da un plotoncino di sceneggiatori tra cui spiccano i nomi di Alberto Bevilacqua e del critico cinematografico Callisto Cosulich, è un film che, al di là della sua originalità anche narrativa, vale soprattutto per la maestria visuale di Bava, capace di creare atmosfere arcane e macabre che restano nella memoria e che saranno fonte di ispirazione per #Vedi#Alien. Di funzionale efficienza il cast in cui spicca il veterano Barry Sullivan (1912-1994) e che comprende anche un giovane Ivan Rassimov. Il colpo di scena finale è rimasto nella storia: oggi può sembrare risaputo, ma all'epoca era innovativo e beffardo