Pranzo alle otto

Nonostante il marito (L. Barrymore) sia malato e sull'orlo del fallimento, la moglie snob (Burke) di un armatore organizza un pranzo mondano cui sono invitati un'anziana attrice (Dressler), un capitano d'industria (Beery) con la moglie (Harlow), il medico di famiglia (Lowe) con signora (Morley), un attore al tramonto (J. Barrymore) e una coppia di parenti poveri. Tratto da una pièce (1932) di Edna Ferber e George S. Kaufman, adattata da Hermann J. Mankiewicz (futuro sceneggiatore di Citizen Kane), Frances Marion e Donald O. Stewart, il film è costituito dai preparativi del pranzo e dalla presentazione dei padroni di casa e dei loro ospiti, ciascuno dei quali è in palese o nascosto rapporto con gli altri. Sotto apparenze mondane e svagate, la commedia, frutto di un alto professionismo collettivo, ha una durezza e una crudeltà dietro le quali s'intravedono l'inquietudine e l'insicurezza della crisi economica in atto. Tra “veri” signori e nuovi ricchi, nessuno è risparmiato, nemmeno i due rappresentanti del mondo dello spettacolo. È veramente una “commedia sgradevole” come la intendeva G.B. Shaw. Eccellente recitazione di squadra dove, però, risalta e brilla il reparto femminile. Si può capire perché non abbia avuto nemmeno una candidatura agli Oscar. Rifatto nel 1990 per la TV con la regia di Ron Lagomarsino. Uscito in Italia come Una cena speciale.