L'Invasione degli ultratopi

Malcolm (Berwick Kaler), ustionato da alcune persone, viene curato dai familiari. Il padre (Douglas Phair), sgomento per quanto capitato al figlio, non capisce come possa essersi disfatto delle catene che lo legavano, ma non prende sul serio la figlia maggiore Phoebe (Joan Ogden) che accusa la sorella, la prediletta Monica (Hope Stansbury), di averlo liberato. La famiglia, decisamente bizzarra, attende l'arrivo di una terza figlia, Diana (Jackie Skarvellis), che arriva però accompagnata dal marito Gerald (Ian Innes). Lo aspetta un clima inquietante, perché la famiglia di sua moglie è composta da licantropi. È uno dei film su cui più si basa la fama di Andy Milligan, considerato, più ancora di Ed Wood, il peggior regista della storia del cinema. Naturalmente non è vero, ma fa parte del colore di Cinelandia. Milligan faceva le nozze senza neanche i fichi secchi, girando horror in costume senza budget, al soldo (scarso) del produttore William Mishkin. Il risultato era spesso più strano che modesto. In questo caso è però la noia a prevalere, una volta passato l'apprezzamento per le disorientanti caratteristiche di una messa in scena male illuminata ed estremamente poveristica, abbinata a una trama delirante e magniloquente. Appesantito da una notevole quantità di dialoghi solo tavolta brillanti, il film punta sul melodramma familiare morboso, ma è troppo statico e ripetitivo per intrattenere. Originariamente intitolato Curse of the Ful Moon, è stato reintitolato (il nuovo titolo, quello americano, è uno dei più pazzeschi mai visti) e rimontato con nuovo materiale su richiesta di Mishkin che aveva trovato noioso il film e voleva catturare la scia del successo di #Vedi#Wilard e i topi: l'aggiunta riguarda infatti Hope Stansbury e alcuni topi ed è particolarmente inutile e senza senso. L'unica cosa divertente è che quando si tratta di dare i nomi ai topi, la ragazza ne chiama due Willard (Willy nell'edizione italiana) e Ben, come i due protagonisti (umano e roditore) del film di Daniel Mann. Secondo quanto riportato in The Ghastly One, l'ottima biografia su Milligan scritta da Jimmy McDonough, nella scena di tortura su un topolino Hope Stansbury è controfigurata perché si rifiutò (giustamente, diciamolo pure) di interpretarla. Andy Milligan fa un cameo nel ruolo di un venditore di armi che si fa convincere a fabbricare pallottole d'argento