Due gruppi di vacanzieri si ritrovano casualmente, entrambi turlupinati da un'agenzia turistica, a fare le vacanze in una catapecchia sperduta in mezzo alla campagna. Si adattano, ma non sanno che quella è la casa abbandonata di un temibile serial killer, il cosiddetto uomo dei massacri, appena evaso durante un trasferimento. Naturalmente, l'assassino, noto per la sua ossessione per la famiglia, è diretto a casa. Classico horror su un serial killer spietato, senza particolari sorprese. Però la trama è più articolata del solito, si sofferma sui personaggi e sulle loro interazioni e motivazioni con maggiore attenzione e cura, c'è una certa ricerca per il dialogo brillante e anche il serial killer ha qualche momento di efficacia con il suo aspetto glacialmente urbano e l'ossessione per i buoni comportamenti familiari che ricordano, pur senza quella sottigliezza, #Vedi#The Stepfather Il patrigno. Le due anime, commedia brillante e horror, restano rigorosamente separate nei rispettivi ambiti senza danneggiarsi troppo, e quando il killer entra in piena azione nel finale il film cerca di salire di ritmo. Tuttavia una grossa falla logica nel comportamento delle vittime (che, pur consce del pericolo, restano solo perché le automobili sono fuori uso, invece di scappare a piedi) vizia la svolta finale, che non sfugge alla banalità