La Mandragola

La Mandragola

24,00€
Disponibile

Etichetta: Cgd
Codice articolo: vdr0342
Categoria: VHS » Film Drammatico
Caratteristiche
Anno: 1965
Regista/Autore: A. Lattuada
Tipologia: Ex Noleggio
Trama

Fedele in buona sostanza alla commedia originale di Niccolò Machiavelli, di cui ripropone l'ambientazione (la Firenze del Cinquecento) e l'intreccio, La mandragola di Alberto Lattuada acquista senza dubbio un sapore particolare grazie alla partecipazione di Totò. Si rianima così in veste cinematografica e giocoforza in una rappresentazione in costume la vicenda racchiusa a suo tempo nella pagina letteraria e si rinnova una beffa che richiama da vicino le burle tipiche del Decameron di Boccaccio, con il consueto gioco delle parti fra scaltrezza e ingenuità, opportunismo e buona fede. Il giovane e scioperato Callimaco vuole avere a tutti i costi la bella e virtuosa Lucrezia, moglie di un notaio che desidera più d'ogni altra cosa degli eredi e che, convinto della sterilità della donna, si prodiga in ogni tentativo suggeritogli da medici più e meno affidabili pur di riuscire a trovare il giusto rimedio. Callimaco riesce a volgere la situazione in suo favore grazie alla complicità di Fra Timoteo (Totò): messo al corrente il notaio Nicia che per far guarire Lucrezia sarà necessario farle bere una pozione a base di erba miracolosa, la mandragola appunto, e che sarà inevitabile che chiunque trascorra con lei quella notte perisca di morte certa, quest'ultimo acconsente che al suo posto si sottoponga al sacrificio un malcapitato qualsiasi: come si può facilmente immaginare, il fortunato sarà Callimaco… In una pellicola dalla struttura fortemente teatrale, la recitazione di Totò stacca tra i vari personaggi maschili e femminili, grazie a una sua qualità peculiare: quella gestualità e quella mimica che rendono il suo volto una vera e propria maschera permeabile a un'infinita gamma di coloriture espressive. Ne La mandragola Totò si misura così con i toni scuri del male e i primi e primissimi piani lo mostrano insinuante, astuto, stralunato, sardonico, smaliziato, suadente, prigioniero di un'attrazione quasi magnetica verso il denaro... Basta uno sguardo o la modulazione del tono di voce in una battuta al principe della risata per trasformarsi in un personaggio al tempo stesso inquietante e umoristico, sinistro e macchiettistico. Il film nel suo complesso - benché non particolarmente elegante nella fattura e nella messa in scena - situandosi a metà fra la sensibilità psicologica boccaccesca e la razionalità machiavellica, inquadra bene i difetti dell'umanità con sguardo ammiccante nei confronti dello spettatore. Si ravvisa la firma del regista nel trapasso veloce e quasi impercettibile dal nero al rosso, dalle circostanze più scure, e per certi versi macabre, alle scene impregnate d'erotismo, più elegante laddove più velato. Fedele all'originale letterario la vena anticlericale e ben in evidenza il contrasto stridente di un'epoca in cui oscurantismo e immoralità se ne vanno, di quando in quando, a braccetto.

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