Il Sindacalista

Saverio, impiegato in una fabbrica di elettrodomestici, diventa sindacalista. È il beniamino degli operai, ma quando la fabbrica viene venduta, per una serie di equivoci lo trattano come se si fosse venduto ai padroni. Per tre quarti il discorso è mimetizzato nelle cadenze della commedia all'italiana con un'equa divisione di colpi tra il cerchio (gli operai) e la botte (il padrone). Ma poi L. Salce e i suoi sceneggiatori Castellano & Pipolo escono allo scoperto: la scena in cui, occupata la fabbrica, gli operai esasperati massacrano di botte Saverio e sfasciano un reparto, è turpe. L. Buzzanca, rinoceronte della comicità, tende a strafare. La trovata del controllo elettronico del pernacchio arriva al bersaglio.