Il Ritratto di Dorian Gray

Il cinico e brillante lord Henry Wotton (George Sanders) conosce il giovane e innocente Dorian Gray (Hurd Hatfield) presso il pittore Basil Hallward (Lowell Gilmore). Colpito dalle sarcastiche osservazioni di lord Wotton sulla fuggevolezza della giovinezza, Dorian esprime il desiderio che sia il suo ritratto a invecchiare al posto suo. Innamoratosi di un'ingenua cantante di bar, Sibyl (Angela Lansbury), Dorian, per mettere in atto una crudele prova suggeritagli da lord Wotton, la illude e la lascia. A casa, Dorian vede che l'espressione nel suo ritratto ha assunto una piega crudele e capisce che sarà il quadro a subire non solo i segni dell'invecchiamento, ma anche quelli del suo peccato. Vorrebbe rimediare, ma Sibyl si è suicidata. Da allora per Dorian si apre un abisso di egoismo e malvagità che negli anni trasforma il quadro nel ritratto di un mostro. Buona versione del classico di Oscar Wilde, girata con uno stile raffinato e accurato che asseconda bene il melodramma e il conflitto interiore di Dorian, grazie anche a una sceneggiatura molto letteraria e ricca di dialoghi brillanti che derivano direttamente da Wilde. L'unico appunto è forse per la voce narrante, a volte eccessivamente intrusiva. George Sanders è perfetto nel ruolo della sua vita, dando un'aria ironica e acuta al prototipo del cattivo maestro, e Hurd Hatfield è altrettanto perfetto nella fissità quasi da automa con cui riesce a rendere sia l'eterna giovinezza di Dorian sia il tumulto del suo animo che cede alla corruzione, ma lo fa senza sollievo. Nel breve ma significativo ruolo della sensibile cantante si vede una giovanissima e brava Angela Lansbury, nota oggi come La signora in gialo. In un ruolo ancora più piccolo compare Peter Lawford, futuro componente del clan Sinatra. Lewin (1894-1968) dirige con grande senso della composizione e una notevole fluidità. Il film è in bianco e nero, ma in alcune sequenze il quadro è a colori