Il Ritorno di Casanova

Ultracinquantenne messo al bando dalla natia Venezia e squattrinato, Giacomo Casanova (1725-1798) è ospitato nella casa di una ex amante (D. Boccardo) dove inutilmente corteggia Marcolina (Elsa) che lo trova ripugnante e noioso, finché riesce a sedurla con l'inganno. Trafitto in duello un giovane (W. Stanczak), che bacia mentre muore perché è il suo doppio giovane, può tornare a Venezia perché ha accettato di fare la spia per l'Inquisizione. Tratto da un romanzo breve (1918) di Arthur Schnitzler, è sceneggiato con Jean-Claude Carrière che, per sopperire ai monologhi interiori del libro, ha inventato il valletto Camille (F. Luchini) che, rispetto al protagonista, funziona da specchio critico e da contrappunto comico. È lui la sola ragione per vedere un film diligente, illustrativo e riduttivo, rivolto indirettamente a stabilire un parallelo tra Casanova e A. Delon che per interpretarlo prese 8 chili (ipse dixit), ma dà l'impressione di capire soltanto in parte quel che il copione gli fa dire. Dello stesso romanzo fu fatta in Italia una riduzione teatrale, opera di Tullio Kezich, con Giorgio Albertazzi e un adattamento TV, con Giulio Bosetti, diretto da Pasquale Festa Campanile.