Carnival of souls

Nel corso di una sciocca gara con un'auto di bellimbusti, la vettura con a bordo alcune ragazze precipita da un ponte. Mentre sono in corso le ricerche, una delle ragazze, Mary (Candace Hilligoss), riemerge stranita dalle acque. Mary cerca di riprendere la vita di prima nonostante la tragedia e si presenta al lavoro come organista di chiesa. Ma continua ad avere strane visioni di una figura spettrale che cerca di prenderla. Inoltre, ogni tanto ha delle turbe all'udito. Un vecchio luna park abbandonato in periferia la attrae per motivi che neanche lei sa spiegare. Capolavoro dimenticato per anni e poi fortunatamente oggetto di una riscoperta che ne ha riconosciuto il valore assoluto. Purtroppo questa tardiva riscoperta non è servita alla carriera del regista, che difatti ha realizzato solo questo lungometraggio a soggetto. Prolifico autore di film documentaristici e industriali, Harvey (1924-1996) si è autofinanziato Carnival of Souls assieme ad alcuni amici, ma in seguito al mancato successo non ha proseguito nel tentativo. Il film è sorprendentemente innovativo e la storia e il colpo di scena finale sono stati più e più volte usati successivamente in film molto più celebri. Girato in un cupo e allucinato bianco e nero, con attori “naturali” e la ricerca di un realismo trasfigurato precede, come capolavoro horror realistico e pessimista, anche #Vedi#La notte dei morti viventi di Romero. Ricco di invenzioni e di spunti originali, è un film che resta nella memoria di chi lo vede. Candace Hilligoss è perfetta nel ruolo della donna che cerca disperatamente di mantenersi in contatto con una realtà che le sfugge. Una sorta di remake è stato realizzato nel 1998, ma in realtà, dell'originale, mantiene praticamente solo il titolo